INTERVISTA A ENZO SCARTON

Stradanove incontra il prolifico autore delle spassose strisce ‘Le Crociate’, ‘Kosmo’ e ‘Viva Venezia’

INTERVISTA A ENZO SCARTON

Pubblicitario e fumettaro, Enzo Scarton ha la capacità straordinaria di inventare continuamente nuove serie e storie (Ombre Rosse, Le Crociate, Kosmo, Il Corsaro Nero, Zzzorro, Ciak si gira, Il Grande Barnum, Viva l’Italia, Viva Venezia, Dottore mi salvi, ecc.), divertendosi parecchio.
Lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare la sua, di storia.


La redazione
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Fumettari si nasce Quando, alle medie, l’unica volta che mia mamma andò a scuola per sapere come andavo negli studi, chiese speranzosa alla professoressa: come va mio figlio, bene? Cosa fa? Un po’ imbarazzata quella rispose: ecco cosa fa. E ribaltò il registro di classe dal quale piovvero un miliardo di foglietti zeppi di schizzi, disegni, insomma di fumetti.
Mia mamma, santa donna, allora scoppiò a piangere e smise da quel momento di occuparsi del mio rendimento scolastico.
Mi fecero comunque studiare, e una volta finito l’Istituto Nautico, mio papà, anche lui speranzoso, mi chiese quando avrei incominciato a navigare per portare a casa un po’ di soldi visto che n’era alquanto bisogno ( dovete sapere, che in quegli anni lì, chi navigava beccava un sacco di soldi ).
Risposi che no, non avrei navigato, perché avevo trovato uno che mi aveva chiesto se facevo cartoni animati con lui; e che non avrei neanche guadagnato un gran che.
Lui, papà, con le manone da idraulico sul tavolo, mi fissò per mezz’ora. Poi disse rassegnato: va bene. Fai quello che vuoi tu.
Fu il più bel regalo di tutta la mia vita.

Romano Scarpa Così incominciai a disegnare cartoni animati con Romano Scarpa e la sua gang. All’inizio disegnavo solo i fondali, poi disegnavo la scomposizione dei movimenti dei personaggi, poi finalmente, mi inventavo i personaggi. Tutto in stile Disney. Imparai molto: di carrellate, di primi piani di montaggio, ecc.
Scarpa, un carissimo amico e complice, mi consigliò di disegnare fumetti per gli album di Topolino della Mondadori. Ci provai, ma non era proprio nel mio spirito. Lo stile Disney obbligava a raccontare storie standard, con linguaggi standard, e di tuo ci potevi mettere, secondo me, ben poco.
Intanto lo studio di Romano si trasformò lentamente in studio pubblicitario. Incominciarono per me nuovi stimoli e nuove esperienze nel campo della grafica, nel marketing, nella comunicazione fino a che, nel ’70, finii alla Stock di Trieste per fare il Direttore creativo dell’Ufficio pubblicità aziendale.
Ho fatto quel mestiere, bellissimo, per quasi trent’anni e i miei genitori si misero il cuore in pace. Mi guadagnavo da vivere, mi ero sposato, avevo una figlia. Tutto come Dio comanda.

I fumetti Di straforo però continuavo a disegnare fumetti perché è un mondo libero: non hanno regole, nessun vincolo di stile, di idee, di linguaggio. Con i fumetti puoi esprimere i tuoi punti di vista su qualsiasi argomento senza dover renderne conto a nessuno. Prima devono piacere a te. Poi se piacciono anche agli altri, tanto meglio. Quando pubblicai il mio unico libro, Le Crociate per la Glenat, chiesi, mi sembra a Ferruccio Alessandri, se c’erano dei limiti di qualche genere al contenuto che avrei voluto mettere dentro. Disse di no. Magnifico.
Poi collaborai con Comix. Per anni. Una parentesi formidabile, con persone intelligenti, preparate e pure simpatiche. Caso raro. C’eravamo tutti, proprio tutti quanti. Potrei parlarne per ore, di quell’euforia collettiva.
Anche i fumetti, comunque, sono comunicazione. L’importante è avere qualcosa da dire. Qualsiasi cosa. Sulla politica, sull’amore, sulla giustizia, sull’opportunismo, giustizia, affetti, scuola, insomma tutto. Viva Venezia per esempio è nata dalla mia indignazione per lo scempio ignobile che subisce la cultura in generale per fini commerciali.

Protagonisti: uno, nessuno o centomila? Da pubblicitario direi che un fumetto per avere successo dovrebbe avere al massimo due o tre personaggi protagonisti. Il lettore tende ad affezionarsi rapidamente al personaggio e alle sue storie. Come nelle serie televisive. Senza naturalmente togliere niente alla qualità della serie.
Io ho fatto l’esatto contrario. Non lo so perché. Forse mi sembrava monotono usare sempre gli stessi personaggi e le stesse ambientazioni. Mi stufavo. Cosi sono nate le serie di Ombre Rosse, Le Crociate, Il Corsaro Nero Kosmo ( giustiziere del ), zzZorro, Dottore mi salvi, Viva Venezia e Viva l’Italia, Gothica, Ciak si gira, ecc.
Per non dire cazzate però ho dovuto prima studiare più a fondo tutti gli aspetti ( modi di vivere, arte, costumi, armi, ecc.), della storia americana, delle Crociate, della conquista dello spazio, dei pirati e corsari, della rivoluzione messicana, del mondo del cinema e così via, per poi scombinare il tutto e dare la mia versione delle vicende, inventando e rimescolando i nomi e le date senza un filo di pudore né di logica.
Ho scelto un formato molto sintetico per realizzare i miei fumetti: mediamente una, due o al massimo tre inquadrature con le battute ridotte al massimo. I personaggi sono ripresi sempre di fronte e a mezzo busto. Chissà perché ho cominciato così e non ho più smesso. Probabilmente condizionato dalla pubblicità, che deve essere assolutamente sintetica, o dalla mia pigrizia.
E i personaggi delle mie strisce sono tanti, anche troppi. Nelle serie Le Crociate ce ne sono addirittura seicento. Mi diverto ad inventarli e poi spesso manco li uso.
Comunque tutto fa brodo. Il calderone dei fumetti deve essere sempre in ebollizione: idee, idee, idee, nate per condividere con il lettore un pensiero e anche magari un sorriso.

Enzo Scarton www.facebook.com/enzo.scarton