VOLONTARI NELLE ZONE DEL TERREMOTO

La testimonianza di Andrea Ferretti, capo scout e volontario di servizio civile

VOLONTARI NELLE ZONE DEL TERREMOTO

Mi chiamo Andrea Ferretti, ho 24 anni e sto facendo servizio civile presso il Comune di Modena. Sono un capo scout Agesci e nelle ultime due settimane sono andato come volontario nelle zone colpite dal terremoto per rendermi utile (nel mio piccolo e senza strafare) seguendo le consegne di chi ne sapeva più di me. Questa mia esperienza con l'Agesci è stata la prima legata a calamità naturali; nel 2009 non ero riuscito ad andare in Abruzzo.

Giovedì 31 maggio sono partito dalla sede della protezione civile provinciale di Marzaglia per essere operativo all'asilo nido di Cavezzo alle 6.00 del mattino. Come scout, ci attendeva il compito di animare i bambini ospitati nella struttura. Una volta arrivati, è stato buffo scoprire che la struttura (di recente costruzione e antisismica) in verità ospitava una cinquantina tra anziani e disabili non in grado di affrontare la vita delle tendopoli. Alle 9.00 del mattino i tecnici comunali di Cavezzo hanno scelto un'ala dell'asilo (dove arrivava la fibra ottica) per trasferirvi gli uffici del comune, gravemente danneggiato durante il sisma.


La giornata è trascorsa tra la preparazione dei pasti per gli ospiti, l'assistenza ai disabili e un frenetico riallestimento degli spazi (abbiamo sgombrato un'intera aula piena di giocattoli!). La sera è arrivata in fretta e alle 18.00 attendevamo il cambio da un'altra squadra che però... non è arrivata.


L'emergenza è tuttora molto vasta e inconvenienti del genere sono poca cosa: la morale è non prendersi impegni serali quando si va a fare servizio nella bassa.


A Cavezzo, complici anche l'età degli ospiti e le continue scosse, le persone erano turbate. Gli anziani avevano bisogno di parlare e raccontarsi. Per i padri di famiglia e i lavoratori delle fabbriche distrutte non era possibile trovare parole. Il bello del servizio è stato quello, esserci silenziosamente e darsi da fare.

Mercoledì 6 giugno ho prestato servizio a Mirandola. Con una squadra di capi scout e volontari dell'Avis abbiamo allestito e reso operativa una cucina industriale esterna ai campi, destinata a tutti coloro che, seppur non accampati nelle tendopoli, si rivolgevano alle cucine dei campi per paura o per l'impossibilità di entrare in casa a cucinare. La missione del giorno era preparare la cena per 200-300 persone sotto la guida di un formidabile chef della Costa Crociere giunto nelle zone terremotate all'inizio del sisma. La riuscita è stata notevole (il menù era ottimo! Paella e pasta al sugo come primi, hamburger con patate il secondo) e la giornata stupenda. A Mirandola abbiamo ricevuto tanta gratitudine. Un signore, quando ha saputo che non avevamo vino da servire per la cena, se n'è andato indispettito dalla mensa solo per tornare qualche minuto dopo con due bottiglie di lambrusco da offrirci. Non voleva sentire ragioni o rifiuti, e abbiamo concluso la cena con un bicchiere di vino.


Nelle zone terremotate si ha l'impressione che la ricostruzione sarà lunga, come lunghi saranno i tempi per far tornare le persone alla normalità. Tutto questo succede a soli 30 km da Modena. Ognuno deve trovare il proprio modo per stare vicino a quelle persone.


I campi della protezione civile che ho visitato mentre ero in servizio mi sono parsi in ordine e funzionanti; ho sentito pareri negativi su alcune situazioni, che però non ho verificato di persona.

Riguardo al nostro servizio come scout, c'è stata e c'è tuttora un po' di naturale confusione: sta ai volontari mettersi a disposizione comunque vadano le cose, anche se ciò significa starsene con le mani in mano per ore perché non si ha una consegna precisa (provato in prima persona).
Per chi volesse prestare servizio nelle zone terremotate si stanno aprendo diversi canali: l'iscrizione dal sito www.volontariamo.com è uno di questi.

Il mio pensiero va alla ricostruzione che sarà. Che sia fatta con criterio, rispettosa dell'ambiente e delle norme antisismiche; che sia fatta legalmente (le mafie traggono enormi profitti dall'industria del mattone qui in Emilia-Romagna), e che non si lucri sui drammi umani, sociali ed economici della bassa. In queste situazioni cambiare in meglio è d'obbligo.

Andrea Ferretti