Il wrestling contro il bullismo

La risposta al bullismo non è e non deve essere mai la violenza

Il wrestling contro il bullismo

Ipervitaminizzati omaccioni in mutande che fanno del darsi botte la loro ragione di essere. Sono le star del wrestling, atleti amatissimi dai più giovani ma che, grazie ad acrobazie spettacolari, storyline coinvolgenti e personalità strabordanti, riescono spesso a calamitare davanti ai teleschermi (e nelle arene e nei palazzetti) anche i meno giovani.

Cosa c’entrano col bullismo? In apparenza nulla ma in verità tanto. È infatti la storica federazione americana WWE, World Wrestling Entertainment, in collaborazione con The Creativ Coalition e Ido, Istituto di Ortofonologia, ad aver messo in piedi il progetto «Be a Star», acronimo per Show Tolerance And Respect – Dimostra Tolleranza e Rispetto, che ha come testimonial proprio i wrestler più famosi.

Sul sito www.diregiovani.it/beastar è possibile infatti trovare informazioni utili a famiglie e docenti per aderire a questo progetto che ha già portato lo scorso anni in alcune scuole romane wrestler a stelle e strisce impegnati a parlare ai ragazzi spiegando loro che il wrestling, il loro sport, è finzione, che i colpi sul ring sono “concordati”, e che, soprattutto, la risposta al bullismo non è e non deve essere mai la violenza.

Per saperne di più su prevaricazioni e bullismo, consulta la nostra rubrica di consulenza